domenica 11 giugno 2017

Un genitore richiede informazioni sulle vibrazioni meccaniche focali.

Gent.ssimo Dott. Cerioli, 
mi chiamo C. e sono la mamma di E. N. I., una bambina affetta da tetraplegia in esiti di Pci. Qualche anno fa abbiamo avuto una breve corrispondenza, ma E. era troppo grande per la culla e troppo grave per il tutore multilivello.
Oggi le scrivo per chiederle aiuto, sperando nella sua grande apertura verso la tecnologia.
Abbiamo saputo di un dispositivo basato su una nanotecnologia che produce vibrazioni focali a contatto con la cute del pz, niente macchinari ingombranti, solo dei piccoli supporti in silicone delle dimensioni di un francobollo. Si tratta dell' E. Lo abbiamo affittato per 7 settimane ottenendo veri e concreti risultati sulla normalizzazione del tono, documentati da filmati. Ora la nostra difficoltà è quella di farceli prescrivere e siamo giunti alla conclusione di dover trovare qualcuno che non abbia vincoli con la nostra Asl. 
Spero che questa nuova tecnologia stuzzichi il suo interesse e che possa aiutarci in qualche modo.


La saluto cordialmente 

C. I.

1 commento:

  1. Gentile Signora, come promesso, ho approfondito l’argomento che lei mi ha proposto: l’utilità delle vibrazioni focali nella riduzione della spasticità dei bambini con paralisi cerebrale.
    Ho letto quanto riferito sul sito della Equistasi a proposito delle ricerche sull’argomento. La maggior parte dei lavori pubblicati si riferisce al morbo di Parkinson o alla atassia, che poco hanno a che vedere con la spasticità nei bambini.
    Solo un lavoro ha caratteri di specificità e di accuratezza metodologica; si tratta di questo: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22041808
    Le CONCLUSIONI sono:
    Questo studio sottolinea il possibile ruolo delle rMV (ripetute vibrazioni muscolari) in una mini-invasiva e conveniente impostazione del trattamento per la spasticità dovuta alla paralisi cerebrale. Ulteriori studi sono necessari per confermare i risultati preliminari.

    Non mi sembra male come conclusione, ma certo tutt’altro che decisiva, come sottolineano correttamente gli autori stessi della ricerca.

    Al riguardo voglio mettere in evidenza che fra un, ancora poco più che ipotetico, controllo dell’ipertono e lo sviluppo funzionale (quello che un bambino riesce a fare) il passo è molto lungo. Nella ricerca sopra citata non si dice affatto se vi sia stato un miglioramento delle condizioni funzionali dei bambini trattati. Insomma, se un eventuale trattamento con ripetute vibrazioni muscolari (quanto protratto nel tempo? quanto diffuso sul corpo del bambino?) non è accompagnato da un esercizio funzionale (per esempio del cammino) appropriato nei modi e nei tempi, mi sembra impossibile che la sola riduzione del tono muscolare porti a qualcosa di significativo.

    La ringrazio per il quesito che mi ha posto e vi porgo il saluto più cordiale.

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